La Struttura Residenziale di Neuropsichiatria Infantile per Adolescenti quest’anno compie 6 anni! Vogliamo approfittare del nostro 6° compleanno per raccontarvi di noi.
Nel 2016 nasce la Comunità Terapeutica di Neuropsichiatria Infantile Omada per rispondere all’emergenza relativa al disagio psichico nei minori. Già, i giovani possono ammalarsi, ed i numeri sono tristemente noti: secondo il rapporto dell’OMS nel 2015 il suicidio e la morte accidentale da autolesionismo erano la terza causa di mortalità degli adolescenti nel mondo, con una stima di 67.000 morti. Nel 2015 in Italia il suicidio è stato la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e i 24 anni, attestandosi all’incirca intorno ai 4.000 suicidi ogni anno.
L’Associazione Gruppo di Betania onlus ha deciso così di rispondere alla sofferenza psichica degli adolescenti, aprendo una Comunità autorizzata da ATS Città Metropolitana di Milano. Una struttura diversa dalle altre: sanitaria! Omada ha infatti l’obiettivo di cura e può ospitare fino a 10 ragazze fra i 12 e i 18 anni, segnalate dal servizio territoriale di Neuropsichiatria Infantile, per disagio emotivo che necessitino di percorsi riabilitativi comunitari. In molte situazioni questo tipo di intervento rappresenta l’ultima spiaggia per le pazienti e le loro famiglie, che hanno già tentato percorsi ambulatoriali (e la maggior parte delle volte ben più di uno!) senza però beneficio. Queste fanciulle hanno sulle loro giovani spalle l’esperienza di ricoveri in Neuropsichiatria Infantile e portano nel cuore ferite aperte che sanguinano, a volte fino all’emorragia.
Omada si prende carico del dolore e della psicopatologia attraverso un delicato e necessario lavoro di equipe multidisciplinare, composta da medici specializzati in Neuropsichiatria Infantile e psichiatria, psicologi psicoterapeuti, educatori professionali, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, neuropsicomotricista e operatori sanitari. Insieme, ogni giorno, la sfida consiste nell’integrare le diverse professionalità, per prendersi cura delle giovanissime pazienti.
Omada si fa carico di loro attraverso tre macro step: una prima fase di accoglienza e reciproca conoscenza, momento delicatissimo in cui si tesse l’alleanza terapeutica e si mettono le basi per il Progetto Terapeutico Riabilitativo Individuale; su questo Progetto si basa la seconda fase, partendo dalla condivisione di obiettivi e strumenti con la ragazza, la famiglia ed i Servizi Invianti. L’ultima fase è forse la più complessa di tutte: il processo dimissorio di riavvicinamento al territorio, in cui la giovane sperimenta le proprie risorse al di fuori della Comunità, fa palestra delle nuove strategie apprese e grazie al supporto costante dell’equipe può riprendere il proprio percorso di vita, con nuove consapevolezze. Queste fasi prevedono sempre il coinvolgimento della famiglia e della rete amicale, il rapporto con le scuole, le attività extrascolastiche e spesso si spingono ben oltre il mandato istituzionale di ATS, per far sì che il disagio psichico non si trasformi in isolamento e confinamento.
Dal 2016 ad oggi la Comunità ha accolto 51 ospiti, a fronte delle 450 richieste, la cui mole delinea bene la situazione generale.
Nel corso di questi 6 anni tutti gli operatori si sono messi in costante discussione, sempre costruttiva, rispondendo creativamente alle esigenze e bisogni delle pazienti, affrontando anche la pandemia COVID-19 e le ripercussioni emotive che tutti abbiamo purtroppo conosciuto, su ragazze che stavano già affrontando un momento di vita estremamente fragile.
A tal riguardo siamo lieti di annunciare che da quest’anno in Omada è attiva la scuola in ospedale. Le giovani pazienti infatti manifestano difficoltà scolastiche, ritiro e abbandono scolastico, anche a fronte di capacità intellettive brillanti, a causa del profondo malessere vissuto. Attraverso il servizio di scuola in ospedale gli operatori di Omada hanno voluto promuovere il diritto allo studio anche quando la psicopatologia risulta così invalidante da impedire la frequentazione della scuola per aiutare le pazienti non solo a costruirsi un futuro professionale, ma soprattutto ritrovare la fiducia nelle proprie capacità e lottare contro l’esclusione sociale.
Vorremmo ora concludere con alcune frasi di saluto e disegni delle nostre ragazze al termine del loro percorso di cura, che per noi rappresentando fonte di motivazione e ricchezza umana.
cara Omada e ragazze
Grazie davvero per tutto, mi avete aiutato a maturare e superare i momenti difficili.
Non ci credo ancora che verrò dimesso e mi rattrista molto, ma ho finito un percorso e vuol dire che sono migliorato molto.
Grazie per avermi supportato e soprattutto sopportato.
Ci siete sempre stati nei momenti difficili.
Qui ho trovato una famiglia, una casa in cui posso sentirmi al sicuro, grazie davvero.
vi voglio un mondo di bene.
A.