Un pensiero dei nostri amici scout
“All’inizio del mese di gennaio noi ragazzi del Clan Zefiro di Santarcangelo-San Vito siamo stati ospiti per offrire servizio presso la Comunità Villaluce. Siamo stati accolti da Giulia del Servizio Socioculturale di Villaluce, che ci ha spiegato in cosa consiste la realtà della comunità, lo scopo e l’impronta educativa con la quale gli educatori accompagnano le ragazze, attraverso un percorso personalizzato. Il nostro servizio sarebbe stato incentrato sull’incontro tra noi e le ragazze, senza mansioni e compiti predefiniti. Offrire semplicemente noi stessi, senza potersi nascondere dietro a un ruolo specifico, ci è sembrata un’opportunità importante che ci ha anche impaurito per le aspettative nostre e delle ragazze.
Il rapporto si è instaurato attraverso attività di gioco, nelle quali la nostra importanza era legata soprattutto alla spensieratezza di questi momenti. Alcune ragazze inizialmente erano diffidenti ma il desiderio e la curiosità di conoscerci hanno permesso loro di aprirsi. Le ragazze hanno anche trascorso qualche serata con il nostro gruppo al completo. Scoprire il nostro spirito di condivisione ha fatto in modo che l’iniziale spaesamento lasciasse spazio alla gioia e alla voglia di mettersi in gioco genuinamente. Oggetto di stupore è stata in generale la nostra vita scout, stupore che tramite la conoscenza si è tramutato in quella che abbiamo avvertito come una sincera empatia nei nostri confronti.
Questo servizio è stato per noi fortificante e ci ha fatto riflettere su come spesso un momento di gioia spontanea e condivisa valga più di mille situazioni “preconfezionate”. “Il servizio ci fa vivere un’esperienza d’amore autentico ed un’opportunità di crescita personale. Attraverso il dono di noi stessi abbiamo infatti la possibilità di vivere a fondo il concetto di amore cristiano, rendendoci anche conto che riceviamo dieci volte tanto di quello che abbiamo dato”.
Queste sono le parole con le quali descriviamo il servizio nella nostra Carta di Clan (Carta dei Servizi del gruppo scout); basandoci su di esse dobbiamo constatare come questa sia stata un’esperienza realmente aderente ai nostri valori. Più in generale è valso ancora una volta il principio che “è dando che si riceve” e così la possibilità di accogliere altre persone ci ha fatto sentire a nostra volta accolti e ci ha fatto vivere meglio anche i nostri momenti di Clan.
Speriamo che le nostre strade possano ritrovarsi.”